Cantone di Ginevra. La partecipazione politica degli stranieri: diagnosi e azioni

La partecipazione politica degli stranieri: diagnosi e azioni

La partecipazione politica degli stranieri è rimasta a un livello basso nelle elezioni municipali del 2020, e ancor più in particolare delle persone appartenenti alle comunità nazionali portoghese e spagnola. Si tratta di un’osservazione ricorrente, che richiede risposte concrete e innovative in termini di azione pubblica nel campo della cittadinanza e dell’integrazione. Il Dipartimento per la coesione sociale ha quindi commissionato a Ginevra la prima grande ricerca sulla partecipazione politica e l’integrazione di questi gruppi, che porterà a proposte di azione.

Il cantone di Ginevra ha il più alto tasso di residenti stranieri in Svizzera (40%). Dal 2005 il Cantone concede diritti di voto, iniziativa e referendum a livello comunale agli stranieri che risiedono in Svizzera da almeno 8 anni. Tuttavia, i beneficiari di questo diritto votano molto meno dei cittadini svizzeri alle elezioni comunali. Una scoperta che richiede una mobilitazione concreta e innovativa a livello di azione pubblica.

I principali risultati e raccomandazioni di una ricerca svolta nel 2020 nell’ambito delle elezioni comunali dal prof. Pascal Sciarini e il Sig. Simon Maye dell’Università di Ginevra, a nome dell’Ufficio per l’integrazione degli stranieri (BIE), sono i seguenti.

Primo, gli stranieri partecipano meno degli svizzeri alle elezioni municipali. Anche se il diritto di voto è stato concesso agli stranieri da più di dieci anni, il differenziale di partecipazione tra svizzeri e stranieri non è diminuito. Al contrario, ha raggiunto un livello record nelle elezioni del 15 marzo 2020 (17 punti percentuali) e un livello altrettanto alto nelle elezioni del 5 aprile 2020 (14,7 punti). Dal 2007, il differenziale di partecipazione tra svizzeri e stranieri oscilla tra i 12 ei 17 punti percentuali da un’elezione all’altra.

In secondo luogo, ci sono anche forti differenze nella partecipazione tra i comuni, per gli svizzeri e gli stranieri. Questa forte correlazione tra il tasso di partecipazione di svizzeri e stranieri offre una prima strada per il futuro: piuttosto che indirizzare azioni di attivazione sugli stranieri, potrebbe essere consigliabile un approccio più ampio, che consiste nel realizzare azioni rivolte sia agli svizzeri che agli stranieri. Nella stessa direzione, oltre alle misure a breve termine considerate in questo studio, che vengono attuate nelle ultime settimane o mesi prima delle elezioni, è possibile cercare anche di aumentare l’affluenza alle urne con misure a lungo termine, attraverso azioni che agiscano sulla socializzazione politica e/o sull’integrazione sociale.

In terzo luogo, i risultati mostrano che il livello di partecipazione varia notevolmente da una comunità straniera all’altra. L’analisi dello scrutinio del 15 marzo ha evidenziato il livello particolarmente basso di partecipazione dei cittadini spagnoli e, ancora di più, portoghesi. Quest’ultima osservazione richiede misure più mirate (a lungo e breve termine) rivolte alle popolazioni interessate, se possibile con il supporto di associazioni attive all’interno di queste comunità.

In quarto luogo, è possibile mettere in dubbio la volontà di porre come obiettivo l’aumento complessivo del tasso di partecipazione e di prestare maggiore attenzione alla parità di partecipazione. Da una prospettiva alternativa, la partecipazione è auspicabile nella misura in cui consente di prendere in considerazione in modo equo le preferenze e le esigenze di ciascun cittadino. Tuttavia, per le comunità portoghesi, spagnole e degli “altri paesi dell’Est”, l’elevato livello di astensione cronica pone un problema anche dal punto di vista dell’uguaglianza di partecipazione. Quest’ultima osservazione rafforza la rilevanza della suddetta raccomandazione consistente nel realizzare azioni mirate con queste specifiche comunità.

Azioni pubbliche nel campo della cittadinanza e dell’integrazione

È sorprendente notare che le attività perenni di attivazione politica delle comunità nazionali sono allo stadio degli esperimenti. Tuttavia, va notato che il sostegno alla vita associativa comunitaria è praticato da molti anni dal Cantone e dai Comuni. Infatti, il dipartimento della coesione sociale si è posto l’obiettivo, al fine di migliorare la convivenza, di promuovere la partecipazione degli stranieri residenti nel cantone di Ginevra.

Con il suo approccio “Integrating through civic practices – Here Geneva”, che parte dal postulato che la partecipazione politica non convenzionale, vale a dire che non richiede diritti politici formali, ha un potenziale significativo di integrazione e creazione di coesione sociale, si sono sviluppati e messi a disposizione dei residenti dei comuni di Ginevra degli strumenti democratici. Un primo sistema del Consiglio degli abitanti e le sue misure di incentivazione è iniziato a gennaio 2019 e durerà fino a giugno 2021 nella sua fase pilota nella città di Vernier. In un quadro deliberativo e inclusivo, saranno prese in considerazione le decisioni dei partecipanti e avranno un impatto sulla politica municipale. In questa fase, molti punti di soddisfazione sono già stati individuati da tutte le parti interessate, e questo tipo di progetto verrà perpetuato a Vernier e sviluppato su diversi livelli di territorio, vale a dire i quartieri, un nuovo comune e il cantone.

Per maggiori informazioni: www.icigeneve.ch

Per riflettere sugli assi del suo futuro intervento a favore della partecipazione elettorale degli stranieri, il BIE affida ora un mandato di ricerca su questo tema allo Swiss Forum for the Study of Migration and Population (SFM) dell’Università di Neuchâtel, rappresentata da Denise Efionayi-Mäder e Rosita Fibbi. Lo studio si concentra sui due gruppi con il tasso di affluenza alle urne più basso a Ginevra, ovvero i portoghesi e gli spagnoli. Le informazioni raccolte consentiranno di sviluppare misure adeguate per promuovere la partecipazione sociale e politica, e di conseguenza l’integrazione, non solo delle persone appartenenti ai gruppi di residenti interessati, ma anche di persone di altri gruppi di residenti le cui condizioni sociali, economiche e anche culturali sono simili.

La riflessione su queste due comunità porta all’osservazione che la conoscenza che li riguarda è ancora largamente incompleta. Nonostante la lunga presenza della migrazione iberica e la sua inclusione nel quadro della mobilità europea, la sua relativa assenza dal dibattito pubblico sull’immigrazione e l’integrazione in Svizzera è tanto più saliente in quanto contrasta con la forte tematizzazione della migrazione in generale, ed europea in particolare, negli ultimi anni.

L’obiettivo della ricerca è esplorare le dinamiche (interne) di queste due comunità, capaci di rendere conto delle loro relazioni con la società nel suo insieme e del loro rapporto con la Città. Lo studio si propone di delineare le forme di inserimento dei residenti interessati in tutte le sue sfaccettature generazionali, sociali e di genere, nonché di evidenziare la dimensione soggettiva connessa a questo inserimento: la percezione che i membri di queste comunità hanno di questo inserimento, il significato che attribuiscono loro anche in relazione al paese di origine, le relazioni intercomunitarie all’interno del loro spazio vitale e il loro senso di appartenenza. Questa componente si inserisce naturalmente nel quadro socio-politico del cantone di Ginevra.

Per scaricare il report 
Per accedere alla pagina “Partecipazione politica degli stranieri” sul sito ge.ch