Ciro de Girolamo Italiano dell’altra Italia

Ciro de Girolamo, l’Italiano dell’altra Italia

di Carmelo Vaccaro

Nella rubrica, “l’Italiano dell’altra Italia”, vi presentiamo Ciro de Girolamo, avellinese, classe 1982, laurea con lode alla Cattolica di Milano e una lunga carriera internazionale quasi ventennale, con responsabilità crescenti in Accenture, UniCredit, UniCredit Foundation, MSC Cruises e Banque Mirabaud.

Oggi è il rappresentante e coordinatore delle attività svizzere per conto di Pomilio Blumm, agenzia italiana di relazioni pubbliche e comunicazione Istituzionale. Modi cortesi, sorriso contagioso che ti mette subito a tuo agio e uno sguardo di chi ne ha viste già tante. Si respira fiducia ed entusiasmo.

Noi della redazione de “La Notizia di Ginevra”, lo ringraziamo per averci rilasciato un’intervista, in esclusiva, nei nostri uffici presso la SAIG.

Ciro de Girolamo, chi è?

Uno sportivo, nel tempo libero potreste incontrarmi in bici in giro tra i vigneti, in moto, sui campi da calcio, sulle piste da sci e perfino nel lago Lemano, in vela o a nuoto.

La tua è una professione un po’ particolare, di cosa si tratta?

Lavorare nelle relazioni pubbliche e nella comunicazione istituzionale più che una professione è per me una passione. A Ginevra mi occupo del coordinamento di tutte le attività svizzere per conto di Pomilio Blumm, agenzia italiana di relazioni pubbliche e comunicazione istituzionale con diverse sedi in Europa e nel Mondo.

In quale città siete presenti e con chi collaborate?

Solo per citarne alcune: Bologna, Pescara (casa madre), Roma, Alicante, Bruxelles, Vienna, Washington DC e da pochi mesi anche Ginevra. Le nostre controparti sono istituzioni nazionali, europee e agenzie internazionali ONU. Capita a volte anche di lavorare con aziende private su progetti di comunicazione e campagne mirate. I nostri progetti spaziano dall’organizzazione di eventi istituzionali (G20, G7, etc.) alla promozione di un tema specifico (ambiente, giovani, prevenzione sanitaria) all’ideazione di loghi e materiali di comunicazione fisici e digitali.

Puoi farci un esempio di progetto?

‘Italy is Simply Extraordinary’, campagna di Nation Branding per il rilancio del made in Italy nel mondo, promossa dal Ministero degli Affari Esteri (MAECI) in collaborazione con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE). Il progetto si è appena concluso ed ha coinvolto 35 paesi, inclusa la Svizzera.

Cosa ti piace della Svizzera e in particolare di Ginevra?

Della Svizzera mi piace la precisione, la natura rigogliosa che ci circonda e questo senso di sicurezza e stabilità che pervade ogni cosa. A volte ho come la sensazione che il tempo scorra più lentamente che altrove.

Di Ginevra, apprezzo la compattezza, la diversità culturale ed un multilinguismo che non ha eguali: 178 Missioni, 40 Organismi Internazionali e 432 NGO, sono numeri che di per sé già raccontano molto. Se pensiamo che la popolazione dell’intero cantone di Ginevra è di poco superiore a 500.000 abitanti, ci troviamo di fronte ad una realtà davvero unica al mondo.

Ginevra in poco spazio, racchiude un’umanità globale: l’Africa con la Cina, la Russia con l’America, il Giappone con l’Australia, l’India con l’America Latina, tutti convivono insieme pacificamente. Non c’è geopolitica che tenga!

Ginevra è un crocevia unico al mondo, di interessi scientifici, religiosi, diplomatici, umanitari, artistici e culturali. Tanti i pensatori, artisti e scrittori che qui hanno vissuto da Mary Shelley a lord Byron, da Ferdinand de Saussure a Dostoevskij, e poi Voltaire, Rousseau fino ad arrivare a Paulo Coelho e potrei continuare.

Qual è la magia di Ginevra?

Sabato scorso eravamo a cena da amici, tavolata da 10 e 8 paesi rappresentati. Questa è la magia di Ginevra!

Qual è il tuo luogo preferito?

Lo Château de Penthes alle porte del comune di Pregny Chambésy, dove risiedo da 7 anni, è un posto di una rara bellezza che offre una vista unica sul lago.

Ti senti più svizzero o italiano?

Ginevrino. Entrambe le culture convivono, si nutrono e si influenzano reciprocamente ogni giorno. Certamente l’Italia è il mio paese e l’italiano la mia lingua. Ginevra è invece il luogo dove vivo con la mia famiglia e la Svizzera il paese che mi ospita e a cui sono grato e riconoscente.

Dove e come ti vedi tra 10 anni?

Mi piace continuarmi a vedere come un ponte strategico tra la Svizzera e l’Italia, un facilitatore di relazioni, contatti ed opportunità commerciali tra i due paesi e non solo. Sono sempre più convinto che il futuro è ad Oriente e in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un giro di boa.

Un messaggio finale per i nostri lettori italiani, giovani e meno giovani?

Abbiamo la fortuna di essere nati in Italia, uno dei paesi più belli del mondo, ricco di storia, di arte, di cultura, bellezze naturali e di vivere in uno dei paesi più particolare e speciale al mondo, la Svizzera. Ai giovani ricordo di osare e di non avere paura. Non si vince da soli, bisogna fare squadra e pensare sempre in chiave sistemica. A quelli meno giovani, non posso che dire GRAZIE o MERCI per il percorso che hanno tracciato con il loro lavoro, umile, silenzioso, onesto e pieno di dignità, riuscendo a realizzare il miracolo svizzero e mantenendo alto il nome del nostro paese, l’Italia.