Rischio Beneficio per il vaccino AstraZeneca, cosa vuol dire?

Rischio Beneficio per il vaccino AstraZeneca, cosa vuol dire?

Rischio Beneficio per il vaccino AstraZeneca, cosa vuol dire?

della Dott.ssa Ilaria Di Resta

Viste le numerose informazioni contraddittorie che si sono succedute in queste ultime settimane sul vaccino AstraZeneca, mi sembra doveroso fare il punto della situazione. Il vaccino, recentemente ribattezzato «Vaxzevria», è un vaccino che utilizza un virus incapace di replicarsi nell’uomo chiamato adenovirus; questo adenovirus aiuta la proteina Spike del virus SARS-CoV-2 ad entrare nelle cellule umane. Spike è la proteina che attiva il nostro sistema immunitario, ed è di fatto la proteina usata, con tecnologie diverse, da tutti i vaccini a disposizione. Il vantaggio di Vaxzevria è di essere un vaccino facile da gestire, si conserva in un normale frigo (2-8 gradi) per sei mesi e ha un costo basso, meno di tre euro. Queste caratteristiche gli danno un enorme vantaggio rispetto ai vaccini ad mRNA che devono essere conservati a temperature molto basse (Pfizer necessita di speciali freezer a -60 gradi) e sono molto piu’ complicati da maneggiare.

Per quanto riguarda l’efficacia, abbiamo ora a disposizione i dati del Regno Unito, dove il vaccino è stato somministrato a circa 20 milioni di persone, in aggiunta ci sono le informazioni raccolte nei vari paesi europei che hanno iniziato ad usarlo ormai da diverso tempo. Gli ultimi dati disponibili mostrano un’efficacia del 76% sulla popolazione in generale, inoltre negli adulti di età pari o superiore a 65 anni l’efficacia media è dell’85%, infine, cosa piu’ importante, il farmaco ha mostrato la capacità del 100% di prevenire malattie gravi, ospedalizzazione e decessi. Nel frattempo pero’ sono stati segnalati alcuni eventi trombotici che hanno destato preoccupazione.

Il 7 aprile, l’Agenzia Europe per i Medicinali (EMA) ha aggiornato le sue raccomandazioni grazie ai nuovi dati raccolti. Cosa sta succedendo? L’EMA ha parlato di un possibile collegamento tra i casi di coaguli di sangue con basse piastrine che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione con AstraZeneca e il vaccino stesso. Questi “eventi” sono stati descritti come un effetto collaterale molto raro, con una incidenza di 1 caso ogni 100 mila persone, ma il numero di casi registrati varia molto nei diversi paesi, perchè la metodologia di vaccinazione e raccolta dati è stata diversa. Di fatto i dati raccolti fino al 4 aprile hanno registrato un totale di 222 segnalazioni su 34 milioni di persone vaccinate.

L’EMA pensa che l’origine di queste rare trombosi, che assomigliano alla sindrome osservata in alcuni pazienti trattati con eparina, potrebbe essere attribuita al meccanismo di autoimmunità. Quando somministriamo il vaccino questo va a stimolare la produzione di anticorpi attraverso la proteina “spike”. In alcune persone, molto poche, stimola anche la produzione dei cosiddetti auto-anticorpi, cioè di anticorpi rivolti verso delle cellule che fanno parte del nostro organismo, in questo caso le piastrine e i fattori della coagulazione. Queste persone sono “predisposte” ad un simile evento, ma al momento non abbiamo strumenti per predirre in anticipo chi possano essere chi siano. Quindi l’ulteriore raccomandazione dell’EMA è di prestare attenzione ai segni e sintomi di tromboembolia e trombocitopenia in modo da poter trattare immediatamente chi fosse colpito da un simile evento.

L’altra informazione importante da tener presente è che, in seguito alla valutazione di tutti i dati disponibili, l’Ema ha confermato un rapporto positivo tra rischi e benefici a favore del vaccino di AstraZeneca. Cosa vuol dire? Qui faccio una digressione sul meccanismo alla base dello sviluppo di qualsiasi farmaco o vaccino. Ogni cosa che introduciamo nel nostro organismo porta ad un’alterazione dell’equilibrio esistente, ogni farmaco che prendiamo puo’ avere dei potenziali (quindi non certi, ma possibili) effetti collaterali. Alcune persone piu’ sensibili o predisposte a particolari manifestazioni, avranno questi effetti, altre non avvertiranno alcune effetto secondario se non la scomparsa o attenuazione dei sintomi della malattia per cui aveva preso quel determinato farmaco. Quando si sviluppa un farmaco, si sa già che ci saranno degli effetti collaterali o eventi avversi, il punto critico è capire quanto bene fa il farmaco rispetto agli effetti secondari che genera, cioè appunto l’equilibrio tra rischio/beneficio.

In poche parole, piu’ è grave la malattia che vogliamo combattere con quel farmaco, maggiori sono i rischi che siamo disposti a prenderci con gli effetti collaterali! E’ per questo motivo che è importante capire che il numero limitato di eventi segnalati rispetto al beneficio che la popolazione in generale trae dalla vaccinazione ha dato ancora una volta alla raccomandazione in favore del vaccino di AstraZeneca. Inoltre è importante segnalare che nessun evento trombotico è stato registrato a seguito della seconda dose per cui non c’è al momento alcuna controindicazione.

E’ stata pero’ aggiunta una nota sulle fasce d’età cui destinare il vaccino. L’EMA a fine gennaio aveva approvato AstraZeneca dai 18 anni in su, ma in un primo momento alcuni Paesi (tra cui Germania e Italia) avevano scelto di destinarlo a persone sotto i 55 anni, perché dagli studi clinici effettuati dall’azienda farmaceutica mancavano dati sull’efficacia nella popolazione piu’ anziana. Quando sono arrivati i dati aggiornati con le vaccinazioni fatte nel Regno Unito a tutta la popolazione, e tali dati si sono mostrati favorevoli, si è dato il via libera all’utilizzo per ogni fascia di età dai 18 anni in su. Pero’ alla rivalutazione di tutti i dati raccolti, si è visto che l’associazione con gli eventi trombotici non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali anzi l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa normalmente in questa popolazione. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sottolinea che il vaccino potrebbe avere un effetto protettivo per questa fascia di età rispetto alle trombosi, il cui rischio sale in genere con l’aumentare dell’età e sale ancora di più con il contagio da Covid-19. Aifa conclude che «Il bilancio benefici/rischi del vaccino Vaxzevria si conferma complessivamente positivo e appare progressivamente più favorevole al crescere dell’età». A partire da oggi l’Italia raccomanda Vaxzevria dai 60 anni in su. Infine mi preme ricordare che la Svizzera non ha approvato l’utilizzo del vaccino di AstraZeneca, ma al momento è disponibile quello Pfizer, Moderna e a breve arriverà anche il vaccino J&J.