L’On. Simone Billi incontra la redazione de “La Notizia di Ginevra”

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L’On. Simone Billi incontra la redazione de “La Notizia di Ginevra”

Di passaggio a Ginevra, la SAIG ha realizzato un’intervista video all’On. Simone Billi, riportata qui di seguito.

Vista l’attuale atmosfera che si respira in Svizzera e nel mondo per i residenti all’estero, la redazione della SAIG, condotta da Carmelo Vaccaro, ha focalizzato l’intervista sui problemi correnti, alquanto gravi, per ciò che concerne gli omessi diritti da parte delle autorità competenti per il rinnovo dei documenti o il disbrigo di pratiche correnti presso i vari consolati.

I problemi che legano gli Italiani alla Madre Patria aumentano sempre più e in parallelo aumenta anche la dislillusione che da origine ad un sentimento di allontanamento dall’Italia, che sfocia nel taglio del cordone ombellicale, soprattutto nel caso dei doppi nazionali. I vari governi hanno accumulato nel tempo questi problemi e i parlamentari e le rappresentanze all’estero, non sono mai stati in grado di creare le condizioni per risolverli. In taluni casi, son riusciti a tamponarli, senza giungere però ad una risoluzione deifnitiva.

On. Billi, iniziamo da uno dei punti dolenti per la comunità italiana all’estero che è: la riforma della legge sui Com.It.Es. e del CGIE. Considerando una situazione di disfunzionamento e di mancanza totale di considerazione, non sarebbe meglio chiuderli?

Per quanto riguarda i Com.It.Es. e il CGIE sono degli organismi che di sicuro in passato hanno svolto un ruolo fondamentale per la comunità italiana all’estero. Mi riferisco soprattutto al periodo degli anni ’70 e ’80, durante i quali sono stati molto importanti, anzi direi proprio un punto di riferimento fondamentale per la comunità italiana.

Oggi, la società si è evoluta, vi sono i social, una maggiore facilità nel viaggiare ed è chiaro che i Com.It.Es. ed il CGIE vanno riformati, vanno migliorati e vanno adeguati alla realtà odierna, perché possono comunque ancora essere molto utili alla comunità italiana. Ricordo che noi Italiani all’estero siamo circa 6 milioni, in Europa siamo circa 3 milioni. Tutti questi 6 milioni possono ricevere un grosso sostegno da parte di questi organismi che conoscono benissimo i problemi ed il territorio e possono fornire informazioni preziose per le politiche degli Italiani all’estero e loro stessi possono fornire dei servizi importanti di informazione tramite i social e per rimanere al passo con i tempi.

Abbiamo notizie, confermate anche da tante agenzie stampa, che molti Italiani lamentano sevizi carenti, erogati agli Italiani all’estero, che vanno dalle imposte comunali IMU, TARI e quant’altro, per terminare con quelli che possono definirsi “da incubo”, come i servizi consolari. Quali misure intende adottare, ad esempio, per migliorare l’efficienza e la tempestività dei servizi consolari, soprattutto per il rilascio di documenti di identità, necessari per il rinnovo dei permessi di soggiorno?

Convengo che la situazione sia critica per i servizi consolari. Tuttavia, c’è da considerare anche il fatto che oggi, i rinnovi dei documenti son molto problematici anche in Italia. La rete consolare all’estero soffre in modo particolare per motivi ben precisi. I consolati sono stati coinvolti nelle ultime tre tornate elettorali e questo ha gravato negativamente sul funzionamento abituale. Abbiamo comunque raggiunto anche qualche grosso risultato. Per esempio, con il nuovo concorso previsto dalla Farnesina vi saranno più di 500 nuove assunzioni. Inoltre, la digitalizzazione sempre più evoluta nei vari processi amministrativi snellisce ed agevola il lavoro dei consolati.

Una legge sulla semplificazione dei rapporti tra l’Italia e gli Italiani iscritti all’AIRE la vedrebbe possibile? Gli eletti all’estero, intendo voi Parlamentari e il CGIE, potreste elaborare una legge per dare mandato ai comuni di fare la CI elettronica? Così facendo, si alleggerirebbe il carico di lavoro delle sedi consolari.

Rivendico un pizzico di merito per quanto riguarda l’attivazione della carta di identità elettronica, per l’emissione all’estero, ma c’è stata una sovra-richiesta di rinnovo di carte elettroniche. Si parla del 30% della popolazione di una circoscrizione consolare, mentre prima con le carte cartacee la richiesta era del 10% circa. Purtroppo, il problema principale è che molti comuni in Italia, soprattutto quelli molti piccoli, non hanno dipendenti con una grande domestichezza informatica e non hanno le risorse necessarie per poterla emettere.

Il Ministero degli Interni ad oggi è stato molto restio ad attivare la carta d’identità elettronica, anche nei comuni in Italia per gli Italiani residenti all’estero. Comunque io ci sto lavorando, nella speranza di poter avere questa attivazione al più presto, perché serve urgentemtente per la nostra comunità all’estero. Inoltre, bisogna ricordare anche che gli Italiani all’estero sono praticamente raddoppiati dal 2006. A questo raddoppio non è corrisposto un raddoppio di dipendenti nei consolati. Vi è stata anzi una diminuzione. Quindi anche le nuove assunzioni che sono stata fatte adesso, di sicuro non risolveranno il problema istantaneamente, anche perché le nuove 500 assunzioni devono fare il concorso, ma certamente aiuteranno.

Carmelo Vaccaro precisa che secondo la normativa attuale, un inscritto all’Aire non ha accesso alla CdI elettronica nel proprio comune di domicilio, perché non ha diritto alla tessera sanitaria. Ora, sarebbe opportuno abbattere questa barriera burocratica e dare la possibilità agli iscritti all’Aire di accedere al servizio nel proprio comune. Così facendo un consolato che ha circa 130.000 iscritti viene sollevato in maniera consistente da questo servizio.

I servizi sono tutti paganti ed è giusto che sia così, ma i governi o chi per loro, si rendono conto di quanti soldi perde l’Italia giornalmente, nel mondo, con la sospensione dei servizi notarili, tra le altre importanti entrate che non vengono più riscosse?

In questo caso ha proprio la regione, però questa cosa deriva da quello che si diceva prima, dal taglio di risorse che il governo Monti ha fatto alla pubblica amministrazione. Il taglio di risorse che è stato fatto in modo orizzontale, quindi senza guardare quali fossero i settori o gli uffici della pubblica amministrazione che avrebbero richiesto più personale e dove invece si poteva tagliare senza creare danni ai servizi. Ha ragione che bisogna fare qualcosa, anche la digitalizzazione della rete consolare dovrà e potrà aiutare in questo.

Come valuta l’efficacia delle attuali misure di tutela dei diritti dei cittadini Italiani all’estero e quali ulteriori misure potrebbero essere adottate per valorizzarli meglio? Mi riferisco soprattutto a:

– Finanziamenti per i corsi d’Italiano, che si vogliono privatizzare tramite gli enti gestori
– Contributi per la stampa all’estero e tutte le voci per gli Italiani all’estero che vengono tagliate sistematicamente come quelle per la promozione della lingua e cultura.

I corsi di lingua e cultura italiana sono fondamentali innanzitutto per mantenere un contatto e un legame diretto con la Madre Patria per il singolo, ma non solo per questo. Si fa un gran parlare di turismo di ritorno, turismo delle radici, ma come si può pretendere di fare turismo delle radici se non si riesce nemmeno ad insegnare l’italiano ai nostri figli che stanno all’estero? In una città come Ginevra, dove la comunità italiana è forte e presente e lo è anche grazie alla cultura e alla lingua e ai corsi di lingua e cultura che alimentano la stessa comunità.

Per concludere, On. Billi, corre voce, e sempre più insistentemente, che sarebbe in corso, almeno in alcuni posti nel mondo, una fusione tra politica e diplomatici. Se fosse vero sarebbe grave, secondo Lei? Cosa ne pensa?

Grazie per la domanda. Anch’io ho sentito questa voce correre tra la comunità italiana all’estro, ma di fatto sono solo dicherie. Non so chi le abbia messe in circolazione e non so come sia stato possibile. Per ora direi che non sono suffragate da fatti reali o concreti e sono solo voci non accertate.

Grazie all’On. Billi, per averci concesso questa intervista. È stato un piacere accoglierla nuovamente nei nostri studi.

Di seguito il link per accedere all’intervista video.