incontro con Fabio Campitelli

Fabio Campitelli: un italiano da conoscere a Ginevra

di Carmelo Vaccaro

Di mamma ginevrina e papà romano, Fabio Campitelli è cresciuto nella Capitale, dove ha terminato i suoi studi fino alla Laurea in Giurisprudenza, conseguita a 25 anni nel 1995.

Dopo aver cominciato la pratica forense per poter esercitare la professione di avvocato, Fabio “devia” dal cammino tracciato e si lascia affascinare dal mondo dell’aviazione e, nel giugno del 1996, inizia a lavorare presso la compagnia aerea americana USAirways come Vice Caposcalo a Roma Fiumicino.

Nel 2004 il richiamo delle radici svizzere porta Fabio a trasferirsi a Ginevra dove inizia il suo rapporto professionale e di “amore” con la nostra compagnia di bandiera, diventando Direttore per la Svizzera dal 2009. Nel 2010 viene trasferito in Giordania per aprire la nuova rappresentanza Alitalia ad Amman ed inaugurare il nuovo volo Roma-Amman.

Dopo il rientro a Ginevra nel 2014, un anno dopo Fabio viene mandato a Beirut come Direttore Alitalia di tutto il Medio Oriente, con la responsabilità del Libano, Giordania, Turchia, Iran ed Emirati Arabi Uniti. A fine 2016 viene riposizionato a Ginevra fino ai giorni nostri, sempre con la carica di responsabile per la Svizzera.

L’obiettivo principale di Fabio Campitelli è sempre quello di migliorare il posizionamento di Alitalia in Svizzera, aumentando le frequenze dei voli sia da Ginevra che da Zurigo e assicurando così eccellenti coincidenze tramite l’aeroporto di Roma Fiumicino per il resto del network in Italia e nel mondo.

L’arrivo della pandemia da Covid-19 ha fermato questo trend di crescita ma ci auguriamo che presto torneremo tutti a viaggiare come e più di prima.

Dal 2017 Fabio è anche membro attivo dell’Executive Board della Camera di Commercio italiana a Ginevra, consolidando le sue relazioni con la comunità italiana nella Svizzera Romanda.

D. -Come sei arrivato nel trasporto aereo nonostante gli studi universitari ti portassero in altra direzione ?

R. -Laureato in Giurisprudenza, avevo una carriera davanti d’avvocato ma le origini famigliari hanno fatto sì che deviassi dal cammino intrapreso.
Ho avuto un nonno pilota del Regno d’Italia che faceva il primo servizio postale aereo da Torino a Macomer (Sardegna) dopo la Prima Guerra mondiale e mia mamma, in quanto svizzera, ha lavorato 40 anni per la compagnia aerea Swissair. Di conseguenza l’aviazione è l’ambito nel quale sono nato e cresciuto e che nel passato aveva uno fascino e una classe diversi da quelli attuali. Questi elementi, uniti alla fantastica libertà di viaggiare ovunque ( e a basso prezzo…), mi hanno convinto di lasciare la carriera forense per dedicarmi a questa bellissima professione che offre tante opportunità.

D. -Quali sono le soddisfazioni professionali alle quali sei più legato ?

R. -La soddisfazione professionale, che è stata anche umana, è purtroppo legata ad un momento tragico per il mondo intero perché risale all’11 settembre 2001 quando l’America fu sotto attacco terroristico: a quell’epoca lavoravo a Roma per una compagnia americana e per i 5 giorni successivi agli eventi tragici, con tutti gli aerei bloccati a terra e i cittadini americani in Italia che non riuscivano a tornare in America, conobbi 2 passeggeri che avevano avuto due cari rimasti uccisi nel crollo delle Torri Gemelle a New York: praticamente siamo stati insieme per 4 giorni durante i quali ho anche fornito un sostegno psicologico, oltre che a provare a distrarle e farle conoscere un po’ Roma. Dopo questi eventi siamo rimasti in contatto, ringraziandomi per anni per averli aiutati a superare quell’evento cosi tragico.

Per ritornare a eventi più lieti, ovviamente portare in giro per il mondo la bandiera dell’Alitalia è sempre stato per me un onore ( e certe volte anche un onere ), dandomi la grande soddisfazione di rappresentare un marchio italiano conosciuto in tutto il mondo.

D. -Come vedi l’aviazione nell’era post Covid-19 ?

R. -Innanzitutto tengo a sottolineare che l’Alitalia è stata una delle pochissime compagnie aeree che non ha mai smesso di volare durante il primo lockdown da marzo a maggio 2020, quando quasi tutte le compagnie aeree si sono fermate ma non i voli Alitalia da Ginevra e da Zurigo per Roma; per questo siamo stati anche ringraziati ufficialmente dalle autorità ginevrine nonché dalle istituzioni italiane come l’Ambasciata e i Consolati perché abbiamo permesso il rientro in Italia di tanti Connazionali rimasti bloccati all’estero.

Il Covid-19 ha avuto un impatto terrificante su tutte le compagnie aeree però l’aviazione ha una capacità innata di riuscire a rinascere dopo qualsiasi momento di crisi. E lo rifarà anche questa volta anche se, questa è la mia personale opinione, rimarranno comunque alcuni effetti di questa situazione. Faccio riferimento, per esempio, alla clientela d’affari che adesso, con l’utilizzo delle varie piattaforme online per organizzare meeting o firmare contratti in tutta sicurezza ( oltre che al risparmio economico) , sarà sicuramente portata a spostarsi meno che nel passato.
Ovviamente la diffusione globale del vaccino sarà la chiave di svolta per far tornare a viaggiare. Ovviamente, aggiungo io, sempre e solo sui voli ALITALIA.

D. -Come è stato il salto da Roma a Ginevra ?

R. -È stato un salto tragicomico in quanto, all’inizio, continuavo ad avere a Ginevra le stesse abitudini romane. Come quella di arrivare sistematicamente in ritardo agli appuntamenti, a Roma una consuetudine: visto che non trovavo mai nessuno al rendez-vous, ho presto capito che con la puntualità, da queste parti, non si scherza…..
Poi immaginate che il solo mio quartiere di Roma, “Monte Sacro”, fa tutti gli abitanti di Ginevra. E’ stato bellissimo passare da una dimensione metropolitana ad una molto più piccola: il primo beneficio è quello di aver riacquisito il mio tempo libero, veramente una scoperta !

D. -Chi è Fabio fuori dal lavoro ?

R. -Mi reputo una persona normale nel senso più positivo del termine; quando chiudo il mio computer mi piace molto trascorrere il tempo con mia moglie e i miei due figli di 9 e 6 anni e. Sento molto la missione di essere un papà presente in quanto ritengo che, nonostante gli stravolgimenti in atto nel mondo, la famiglia, così come la scuola, costituiscono un pilastro essenziale per un corretto sviluppo della nostra società. .
E poi adoro le relazioni sociali: cosa di meglio che una bella cena tra amici, con un buon bicchiere di vino? Purtroppo ora ci dobbiamo tutti limitare a causa della pandemia ma recupereremo il tempo perduto !

D. -Qual è il sogno nel cassetto, dal punto di vista professionale, che ti piacerebbe realizzare?

R. -Mi piacerebbe avere un piccolo Hotel, magari nel sud d’Italia e in riva al mare, senza dover dar conto a nessuno se non al benessere dei miei clienti. Perché libertà è anche questo: credere nelle proprie idee e cercare di metterle in pratica. Senza dover aspettare un’autorizzazione da qualcuno. Adoro il lavoro e la posizione che occupo attualmente, però conservo sempre questo sogno e chissà che un giorno non potrò invitare come ospiti nella mia struttura tutti i lettori de La Notizia. Buon Anno a tutti voi

D. -In cantiere avere un altro progetto che avete chiamato “Racconti d’Italia”. Di cosa si tratta?

R. -Un altro progetto su cui si sta lavorando, anch’esso avviato entro la fine di gennaio, è “Racconti d’Italia. Tante storie e tante curiosità”. Si tratta di una raccolta di racconti inediti che saranno scritti a titolo gratuito da scrittori e saggisti di professione, ma anche da insegnanti, italiani e svizzeri, appositamente per gli studenti dei corsi di lingua italiana. In via sperimentale si comincerà con racconti per gli allievi del cycle d’orientation, della scuola secondaria ed eventualmente in un secondo momento per la scuola primaria. Questi racconti avranno come tema ispiratore proprio l’Italia con lo scopo di trasmettere attraverso il racconto fatti e personaggi, di fantasia o reali, propri della cultura, della società e della mentalità italiane. Sarà possibile, ed anche auspicabile, che i racconti richiamino anche i legami tra l’Italia e la Svizzera, in particolare i Cantoni della Svizzera francese o italiana.

Nella stesura dei racconti, gli autori cercheranno di delineare personaggi che si distinguono per la capacità di compiere gesti semplici che rivestano nello stesso tempo significati importanti e che possano fungere da modello di riferimento culturale ed educativo. L’idea è di aiutare i nostri ragazzi a ritrovare per mezzo della lettura tutti quei valori che non vanno mai persi, ma tramandati e ritrovati sempre in forme nuove, quali la carità, il senso del sacrificio, il valore del simbolo, dell’onore, del lavoro, dall’amore verso la propria terra, della parola data, ecc.

La raccolta svilupperà diverse tematiche come la natura, gli animali, la musica, l’arte, il lavoro, l’amore, la cucina italiana. Ogni gruppo di testi terminerà con un breve saggio di approfondimento.

D. -A distanza di un anno lei personalmente come si trova a Ginevra?

R. -La mia esperienza fino a questo momento è assolutamente positiva. Ginevra è una realtà molto interessante e accogliente. Ciascuno può scegliere liberamente quale aspetto vivere di più in base ai propri interessi e preferenze. Io ad esempio, oltre il legame con tutto ciò che è espressione culturale, amo molto il contatto con la natura che a Ginevra, ma credo in tutta la Svizzera, è molto ben curato in una forma di piena integrazione tra vita urbana e vita rurale.