Mauro Poggia: la Pandemia nel Cantone di Ginevra

Mauro Poggia: la Pandemia nel Cantone di Ginevra

Intervista a Mauro Poggia: la Pandemia nel Cantone di Ginevra

di Ilaria Di Resta

Sulla base delle nuove disposizioni relative all’emergenza Covid, abbiamo posto alcune domande a Mauro Poggia, Consigliere di Stato incaricato del Dipartimento della Salute, per poter fare il punto sulla situazione attuale, e aiutare a indirizzarci verso una maggiore consapevolezza sui comportamenti da osservare per preservare la nostra e l’altrui salute e superare definitivamente gli effetti negativi della pandemia.

Consigliere Poggia, qual è la situazione attuale nel nostro Cantone rispetto a nuovi casi di Covid?

Dopo l’inizio della 4a ondata che abbiamo vissuto al ritorno dalle vacanze estive, si è temuto di rivivere la 2a ondata che avevamo subito nell’autunno 2020. L’attuale situazione è ovviamente diversa da quella precedente, poichè ora siamo riusciti a vaccinare in maniera massiccia gli anziani e le persone fragili, anche se ci troviamo di fronte ad una variante più contagiosa e aggressiva. Al momento comunque si registra un calo del numero dei casi Covid acuti e di quelli in terapia intensiva . Questo dato potrebbe generare una lettura fuorviante di normalizzazione. Rimaniamo pertanto vigili rispettando le procedure di igiene e di comportamento: distanziamento, mascherina ove richieso, pulizia delle mani ed altro.

La percentuale dei vaccinati è sufficiente per raggiungere l’immunità di gregge?

La questione della percentuale necessaria per ottenere l’immunità collettiva è delicata. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la risposta non è scientificamente certa, perché dipende ovviamente dal numero delle persone non vaccinate e non entrate in contatto col virus, ma anche dalla contagiosità della variante dominante, e dalla sua aggressività. Più il virus è contagioso e più velocemente si trasmette tra la popolazione, di conseguenza più elevato deve essere il numero di persone immuni. L’anno scorso, con la variante allora in circolazione, si pensava che fosse necessario un numero di vaccinati intorno al 70%. Oggi l’asticella è piuttosto fissata all’80-85%. Questo significa che il virus sarà ancora presente, ma la sua evoluzione sarà rallentata sufficientemente da consentire alle strutture sanitarie di funzionare normalmente.

Ci sono delle categorie di lavori per cui il Certificato Covid è obbligatorio?

Ginevra è stato il primo Cantone a rendere obbligatorio il Certificato Covid o in alternativa un test periodico per il personale infermieristico e di vigilanza nelle strutture sanitarie, le EMS e i centri per disabili. Non vi sono altre categorie soggette a questo obbligo, ma sono sempre in atto piani di protezione, compreso l’uso di mascherine, per altre attività. Rimane anche l’obbligo di presentare questo certificato per altre attività specifiche (ristoranti, fitness, ecc.) secondo la legge federale.

Quali altre strategie si possono attuare per convincere gli indecisi o i “no vax” ed aumentare la percentuale di persone vaccinate?

La questione è complessa. In primo luogo bisogna determinare la causa di questa esitazione. Solo con il dialogo e una comunicazione trasparente si può superare questa situazione. I principi di solidarietà da soli non sono bastati a convincere. Abbiamo anche proposto la possibilità di un test sierologico (per accertare la presenza degli anticorpi) alle persone che non hanno intenzione di vaccinarsi. Tutto questo per evidenziare a coloro che pensano di essere protetti che potrebbe non essere così.

Si sta discutendo di terza dose di vaccini: lei cosa ne pensa? In Svizzera sarà raccomandata come in altri paesi Europei?

Non spetta alla politica prendere questa decisione, e sarà valutato e discusso il parere scientifico presentato. Al momento questo argomento non è all’ordine del giorno, ma se necessario saremo pronti a intervenire.

Stiamo rientrando lentamente alla normalità. Quando prevede che potremo ritornare alla nostra vita pre-Covid? Oppure ormai certe abitudini, come portare le mascherine al chiuso, dovranno continuare ad essere parte della nostra vita quotidiana?

È bene ricordare che all’inizio dell’estate, abbiamo pensato che tutto sarebbe potuto tornare normale con l’arrivo dell’anno scolastico. Ma al momento dobbiamo restare vigili, e augurarci che se il numero delle persone vaccinate aumenta entro la fine dell’anno, è auspicabile un graduale rientro alla normalità per l’estate del 2022. Al momento quasi tutte le persone ricoverate in gravi condizioni in ospedale non sono vaccinate, e questo inevitabilmente ritarda la revoca delle misure restrittive in atto. E’ importante inoltre continuare a mantenere le buone abitudini, ed in particolare l’igiene delle mani, che ormai è divenatta un’abitudine.

Secondo Lei, l’effetto di questa pandemia potrà stimolare anche una riorganizzazione degli ospedali e della gestione delle emergenze in caso di possibili nuove pandemie?

È già così. Al momento sono gia’ avviati lavori e studi al pronto soccorso dell’Ospedale per migliorare il flusso dei pazienti e la qualità delle cure, ma anche per dividere i degenti potenzialmente contagiosi dagli altri in caso di epidemia. Quello che abbiamo imparato negli ultimi mesi e l’esperienza acquisita miglioreranno ovviamente la nostra reattività nel presente e nel futuro.

La SAIG ringrazia il Consigliere di Stato Mauro Poggia, auspicando una rapida soluzione per lasciarci alle spalle un periodo triste che rimarrà nella storia dell’umanità.