L’angolo cultura della SAIG con Michele Scala

I diritti umani spiegati ai miei alunni svizzeri:

la nuova opera letteraria di Michele Scala

Chi è Michele Scala

Nato a Marigliano (Napoli), Michele Scala ha studiato Lingue e Letterature straniere (inglese, francese, spagnolo e portoghese) presso l’Istituto Universitario « Orientale » di Napoli.
Arrivato in Svizzera all’età di 24 anni, ha poi conseguito la laurea in Lettere all’Università di Losanna (italiano, storia e geografia) e in Diritti Umani all’Università di Ginevra.

Da sempre impegnato in prima persona nella gestione politica e istituzionale in diversi comuni svizzeri, prima da consigliere comunale poi da presidente del consiglio nel 1998 a Vallorbe e nel 2014 a Renens, ha cominciato ad insegnare nei corsi di lingua e cultura italiana negli anni 80. Dopo aver conseguito la laurea svizzera, ha insegnato storia, geografia e italiano nelle scuole medie cantonali.

Tra i fondatori, insieme ai professori d’italiano di Ginevra, dell’Associazione Svizzera dei Professori i’Italiano (ASPI) negli anni 80 à Davos e delegato alla commissione d’insegnamento d’italiano nel licei svizzeri, è Sono stato presidente dei corsi di lingua e cultura italiana (CPSI) dal 1995 al 2000, membro del Com.It.Es. fin dall’inizio nel 1986 al 2003 e partecipato in qualità di insegnante a diversi convegni europei organizzati dal CGIE.

Negli anni del suo impegno al Com.It.Es. ha partecipato alla creazione dell’Inter-Comites svizzero, all’organizzazione dei primi Giochi della Gioventù a Losanna e co-redattore del mensile del Com.It.Es. VD-VS-FR negli anni 90. Scala ha ricevuto diversi premi, di cui uno dal “Salone del libro di Ginevra” e un altro dalla Fondazione Jean Monnet per l’Europa di Losanna nel 1996 per aver saputo trasmettere gli ideali di libertà di giustizia sociale e di pace ai miei alunni svizzeri. Attualmente è giudice assessore (popolare) non togato alla Giustizia di Pace di Losanna, in precedenza al Tribunale Cantonale. Intervengo nelle scuole in qualità di trainer-animatore di diritti umani nelle scuole svizzere per parte di Amnesty International. Oggi è Presidente dell‘AVIVO Renens e della Colonia Libera Italiana di Losanna.

Di cosa tratta il libro: la parola all’autore

Il libro contiene un’introduzione de Sandro Cattaccin, ripresa e tradotta dall’edizione in francese, di due prefazioni di cui una di un collega ticinese, Jacopo Giovanettina e l’altra di Giangi Cretti, direttore de La Rivista.

Comincia con il mio arrivo in Svizzera nel 1974 , che coincide con la 2° iniziativa anti-stranieri Scharzenbach, votata in settembre del 1974, dopo la 1° iniziativa anti-straniera sempre di Schwarzenbach, respinta di poco (54% di no).

Questa 3° edizione è più completa, rispetto alle altre due pubblicate nel 2010 e nel 2012, di cui un’edizione in francese, che ha avuto il sostegno anche finanziario delle città di Losanna, Renens, Morges, Pro Juventute, Pro Helvetia e della Commissione federale contro il razzismo, contiene aggiornamenti degli ultimi dieci anni, e sono tanti in dieci anni! Ci sono quattro nuovi capitoli che che fanno riferimenti espliciti e diretti alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, al ruolo delle colonie libere, che sono state per me luogo di formazione e di lotte per i diritti umani. Sono iscritto alle colonie dal 1976.

Il libro comporta 9 capitoli come lo indica l’indice alla pagina 214. Il “fil rouge” è il mio percorso di vita e la mia testimonianza. In realtà con i miei alunni ho trattato di ben altri argomenti tipici dell’età dei miei alunni di 13 -16 anni. Attraverso il mio percorso di vita, il libro tratta dei motivi e delle differenti categorie di migrazioni, di accoglienza, d’asilo, di pregiudizi, di permessi di soggiorno, d’integrazione, di cittadinanza, di democrazia, di miti da sfatare ma anche di altre tematiche tipiche degli studenti tra i 13 e i 16 anni, che danno filo da torcere alle scuole e ai professori, come di discriminazioni, di bullismo, di identità, di omosessualità, di stalking, dell’uso dei social, di formazione ed educazione ai diritti umani, di scuola svizzera e italiana. Da cui il titolo dei “diritti umani spiegati ai miei alunni svizzeri”

Quindi il libro vuole trattare “o ambisce a trattare almeno nelle intenzioni (ai posteri l’ardua sentenza)” attraverso il mio percorso e la mia testimonianza, cinquanta anni di narrazione di migliaia di migranti italiani, principalmente delle Colonie Libere Italiane ma anche di altre associazioni (come le le ACLI per esempio) i quali sono venuti in Svizzera principalmente per lavorare nell’agricoltura, nei ristoranti, negli alberghi e nei cantieri.

Gli emigrati degli anni 60-70, arrivati in ordine sparso, quasi tutti del sud e con poca cultura operaia delle fabbriche del nord Italia, hanno iniziato progressivamente ad organizzarsi socialmente in associazioni, grazie agli operai del nord Italia, che erano già in Svizzera dagli anni 50. Da notare il fatto che mentre in Italia, meridionali e nordisti erano divisi, a solo qualche chilometro dopo la frontiera, in Svizzera non c’era differenza tra italiani del nord e del sud. Da tutto ciò sono scaturite esperienze, organizzazioni e lotte rivendicative di diritti, una volta di di diritti di cittadinanza, oggi umani, di cui oggi le nuove generazioni di italiani in Svizzera beneficiano e e in alcuni casi, portano avanti.

Conclusioni

Oggi più di ieri è necessario riattivare la democratizzazione dell’informazione, riattivate la memoria attraverso libri, documentari, films, clips, fumetti, ritrovare i bisogni comuni e coordinare le attività come hanno saputo fare le associazioni nel secolo scorso.