Francesco Bartoletti, un italiano da conoscere a Ginevra

Francesco Bartoletti, un italiano da conoscere a Ginevra

di Carmelo Vaccaro

Francesco Bartoletti (svizzero/italiano) è nato in Italia e attualmente vive a Ginevra. In Svizzera, ai Conservatori di Losanna e Ginevra, ha vinto due primi premi di Virtuosità con distinzione in violoncello e musica da camera.

Attualmente professore di violoncello al Conservatorio di Ginevra, Francesco Bartoletti è stato anche finalista e premiato in diversi concorsi internazionali, in trio al Concorso Zinetti di Verona e al Concorso Migros di Zurigo, e in duo, violoncello-pianoforte, al Concorso Schubert di Alessandria.

A più riprese è stato invitato a partecipare a diversi programmi radiofonici (SDR, RSR-Espace2) e ha tenuto numerosi recital in Svizzera, Italia, Francia, Irlanda e Germania grazie al sostegno delle fondazioni Pro Helvetia e Ernst Gôhner.

Quale rapporto si crea tra il musicista e il suo pubblico dentro e fuori una sala da concerto?

Vista la situazione sanitaria attuale dovrei risponderle cercando nei miei ricordi più o meno lontani. In effetti da quasi un anno gli spettacoli sono spesso annullati o ridotti nel loro formato. Personalmente ritengo che il rapporto con il pubblico sia un aspetto fondamentale, il senso della professione del musicista è per me proprio la bellezza del comunicare un messaggio in musica.
Non nutro un interesse particolare per le date in streaming, il pubblico mi manca moltissimo.

Ed il rapporto tra il Professore di musica e i suoi alunni?

Con i miei alunni del Conservatorio di Ginevra ricerco sempre un rapporto collaborativo di scambio fruttuoso. Il professore fa il possibile per aiutare i propri allievi e creare un rapporto di fiducia reciproco. Insisto molto sulla valorizzazione del loro impegno.

Quel è stata la tappa fondamentale della sua carriera che l’ha portato ai vertici della musica classica?

Non vengo da una famiglia di musicisti, per cui innanzi tutto devo tantissimo ai professori straordinari che ho avuto durante i miei studi. In seguito la voglia di imparare, di interpretare la mia carriera sempre in modo evolutivo, l’apertura mentale è a mio avviso la qualità, la più indispensabile per migliorarsi continuamente. Per questa ragione adoro la musica classica ma ho grande piacere anche ad incontrare altre espressioni musicali come per esempio il jazz.

Il più bel ricordo dei suoi esordi come musicista?

Ricordo il mio primo saggio da bambino al Teatro Alighieri di Ravenna, la mia città natale. Era il giorno di santa Cecilia, li per li ho pensato forse sarà di buon auspicio.

Cosa possiamo apprendere dalla musica in genere, in termini civili?

La musica e l’arte ci insegnano tante cose, prima di tutto a rendere più bella la nostra esistenza. In seguito penso all’orchestra in particolare che ci insegna a funzionare in gruppo. In questo contesto solo il rispetto e la qualità del lavoro di ognuno crea la magia del risultato finale, un concetto
facilmente applicabile alla nostra vita nella società.

Cosa ci riserva il futuro dopo questa Pandemia? Come se lo aspetta?

Il futuro sarà di sicuro difficile per i “non essenziali”, i musicisti, gli artisti in generale. Le difficoltà di budget ridurranno l’offerta, probabilmente solo i più forti riusciranno a superare questo difficile momento. Diversi nuovi progetti saranno sacrificati, come temo la Città della musica di Ginevra.

I suoi programmi nel prossimo futuro?

Spero di proseguire i miei obiettivi, suonare innanzi tutto, scrivere musica, gestire progetti.
Lo spettacolo Dancing Cello, di cui ho scritto gran parte della musica sarà, (almeno lo spero), dopo diverse date annullate nelle sale a Ginevra, il 14 giugno prossimo all’Alhambra et il 17 dicembre nella stagione di Vernier.
Spero di incontrare in queste date gli amici italiani di Ginevra.

Un fervido ringraziamento a Francesco Bartoletti per la sua attenzione e umiltà che lo distingue. Gli auguriamo tutto il meglio, e che sia sempre più apprezzato dalla comunità ginevrina come quella degli appassionati che incontrerà.