Premio “Ciao Italia ici Genève” a Di Stefano e Montilla per l’Indigo

Il Premio “Ciao Italia ici Genève” a Giuseppe Di Stefano e Giuseppe Montilla per l’Indigo

A Ginevra, due amici, uno cuoco e un professionista nell’orologeria diventano ristoratori per passione. Si tratta di due amici conosciutisi nella Città di Calvino, che hanno messo insieme le loro esperienze e passioni diverse al servizio della ristorazione: Giuseppe Di Stefano e Giuseppe Montilla. I due italiani non hanno solo lo stesso nome in comune, ma anche la volontà di dimostrare che, per mettere in valore le nostre qualità imprenditoriali italiane all’estero, anche nella cucina, non bisogna essere solo chef ma avere la determinazione di potersi esprimere allo scopo di contribuire a manifestare l’italianità nel Cantone di Ginevra.

Con il loro Ristorante, alla rue de Florissant, hanno trovato la maniera a loro più confacente di soddisfare la loro passione di ristoratori. Per questi motivi, La SAIG gli attribuisce il Premio “Ciao Italia ici Genève” per il Ristorante Indigo.

Giuseppe Di Stefano, natio di Ramacca in Provincia di Catania, imprenditore nell’alta orologeria, la cui creazione e realizzazione di orologi dell’alta moda è la principale occupazione con la sua Società STG Creation SA.
“La convinzione che nella vita bisogna anche saper rischiare ed avere il coraggio di guardare l’orizzonte nelle diverse sfaccettature” è il suo modo di vedere la realtà d’oggi. Sulle basi di tali convinzioni, grazie alla sua volontà e alla perseveranza, si è lanciato anche nella ristorazione italiana, un settore che lo ha sempre appassionato.

Giuseppe Montilla, nato a Lamezia Terme in Provincia di Catanzaro, ha frequentato la Scuola Alberghiera “De Filippi” a Varese. Dal 1999 ha esercitato come cuoco nei diversi ristoranti ginevrini apportando quel vento di professionalità di nuova generazione della scuole alberghiere italiane. Dopo varie esperienze come gestore di vari ristoranti italiani in loco, nel 2018 inizia l’avventura dei due Giuseppe.
Un uomo di esperienza che sembra convinto che, per lasciare un segno in questa vita, bisogna avere una linea di comportamento in sintonia con i valori appresi dalle radici della propria terra.

G. D. S., oggi possiamo definirti un ristoratore oltre che un imprenditore nell’orologeria, come ti nessi con le due attività così diverse?

Non è solo imprenditoria, ma anche passione per il Made in Italy culinario che mi ha spinto ad investire nella ristorazione. Con il lavoro che svolgo, si ha la possibilità di frequentare tanti ristoranti e la passione di apportare qualche idea suggerita dall’esperienza di vita. Con la sensibilità personale che ognuno di noi acquisisce, tutto diventa più facile e più interessante per soddisfare le proprie idee e passioni.

G. M., avete aperto l’Indigo con un concetto classico, giovanile e innovativo, rivisitando alcune pietanze tipiche della nostra bella Italia: come viene interpretata la cucina italiana da cuoco ad imprenditore?

Dall’interno, nella cucina, si è maggiormente concentrati su quello che si è appreso a scuola e cercare di perfezionarlo nella pratica. Da imprenditore, invece, si è confrontati con una serie di problematiche che vanno dalla gestione della scelta delle materie prime selezionate alla gestione finanziaria, dal personale ed altri settori di un ristorante. Da imprenditore è molto più stimolante e nello stesso tempo più pericoloso, ma questo fa parte del rischio imprenditoriale.

G. D. S.,quanta amicizia uno con l’altro ci vuole per saldare una fiducia reciproca e durevole?

Non è questione di amicizia, noi siamo molto amici ma non è questo sentimento che lega maggiormente una società. L’importante è conoscere ed essere consapevoli della propria onestà e quella di colui con cui si intende legarsi. Basta scrivere le regole secondo le esigenze dell’altro e rispettarle.
Spesso ci confrontiamo per migliorare il nostro rapporto e quello con i dipendenti. Il confronto è utile per servire meglio i nostri clienti e dare un’immagine dell’Italia che corrisponde al vero patrimonio culturale, sociale e culinario di cui la nostra Italia ne è custode.

G. M., a fronte della tua esperienza, del tuo modo di essere imprenditore, quali sono 3 caratteristiche che deve avere un imprenditore in Svizzera per avere successo?

Umiltà, professionalità e coraggio.

G. D. S., da cosa si distingue una gestione imprenditoriale, come la tua, di un noto ristorante come l’Indigo?

Al dir il vero, poco! Una gestione imprenditoriale che sia di una professione o di un’altra, non cambia molto. Penso che sia una questione di materia prima. L’importante è saper scegliere i collaboratori ed avere la giusta umiltà nel proporsi con i clienti: che sia con una professione o un’altra. L’imprenditore vende l’arte che produce ed è sempre il cliente a determinare se sei un buon imprenditore o meno. Ecco perché mi sento di affermare che l’umiltà, insieme alla determinazione di evolversi, produce il coraggio per il successo di un modesto imprenditore.

G.M., anche per la sua posizione nel quartiere, l’Indigo accoglie clienti di diversi spessori professionali e molto intenditori della cucina italiana: oltre la gentilezza e competenza del personale, quale è principalmente il segreto per soddisfare i loro palati?

All’Indigo, la nostra clientela apprezza il professionismo dell’accoglienza e del personale qualificato, oltre all’innovazione della buona cucina italiana. Questo è quello che riscontriamo dalle critiche dagli habitué.
Nel nostro ristorante, abbiamo una regolare clientela che ci pregia della loro fiducia da diversi anni. Questa regolarità ci onora e ci motiva ed essere sempre più performanti al fine di soddisfare le esigenze dei nostri clienti.

Come accogliete questo premio “Ciao Italia ici Genève”?

Siamo onorati di accogliere questo riconoscimento che tende a stimolarci per continuare a promuovere la nostra passione e professione per portare avanti i valori culinari italiani all’estero.