Non tutti ce la fanno, purtroppo. La maggior parte dei decessi sono per gli over 70, ma ci sono anche molti casi sotto ai 30 anni. E che dire delle forze dell’ordine, impegnate in strada ad elevare multe a tutti quelli che escono, nonostante tutto e fregandosene di tutti, per prendere una boccata di aria o il sole in spiaggia, tutti ammassati. Corpi belli pronti per dare al virus altra vita, da un organismo all’altro, per permettergli la sua corsa verso la sua vita e la nostra morte.
E poi c’è la Protezione civile, in campo per il nostro bene, i volontari, compresi anche quelli che motu proprio, si offrono per fare la spesa o reperire i medicinali alla nonnina del palazzo che non può’ uscire. Ecco, se avete tanta voglia di uscire, almeno, rendetevi utili: andate a fare qualcosa per gli altri. Sarete in giro tutto il giorno, all’aria fresca e non a riposarvi nel vostro salotto, al sicuro. C’è tanta gente là fuori che ha bisogno di un servizio, di una parola, di un pasto caldo da consumare in una mensa perché una casa neanche ce l’ha.
Ognuno deve fare la propria parte. Conosciamo a fondo questo concetto? “Fare la propria parte”. Se non lo conosciamo forse sarebbe il caso di andarsi a leggere (o rileggere) la Favola del colibri’ che spiega con parole semplici il significato di quello che dovremmo fare in una situazione come quella che stiamo vivendo.
Quando tutto finirà, perché finirà, prima o poi, ci lascerà dei grossi problemi economici. Molti dovranno ricominciare senza risorse, molti si ritroveranno disoccupati. Ci sarà da ricostruire e da riconquistare, compreso il piacere di stare insieme. Il paragone con una vera guerra è molto calzante, ma ci sta facendo capire che si potrà vincere solo tutti insieme. Solo se collaboreremo, tutti quanti, potremo uscirne in breve tempo. La comunità scientifica, questo, lo ha capito molto bene. I ricercatori di tutto il mondo stanno collaborando per cercare una medicina che possa curare ed un vaccino che possa salvare. I cittadini comuni lo hanno capito meno, ma ci stiamo arrivando. Finalmente la consapevolezza che, in fondo, ci troviamo tutti sotto allo “stesso tetto”, la nostra Terra, il nostro Mondo, sta iniziando a fare breccia nel cuore e nell’anima di tutti coloro che finora si sono schierati solo da una parte, che hanno sfruttato tutto quello che potevano senza pensare agli altri, che hanno inquinato, rubato energia, riempito altri posti di ogni genere di materiali tossici, mortali, nella stupidità di pensare che allontanando da noi quello che sapevamo avrebbe fatto del male ad altri, non ci si sarebbe ritorto contro, un giorno. Ebbene, quel giorno è arrivato. Quel giorno è oggi. Il giorno in cui la Terra ci presenta il conto, salato, inaccettabile, doloroso, ma coerente e giustificato. Il giorno in cui tutti ci siamo dovuti fermare dalla nostra folle corsa verso la ricerca della ricchezza, del benessere a tutti i costi, ma in verità verso la distruzione della nostra Casa Comune.
Purtroppo ci voleva questa terribile epidemia per far capire all’uomo che niente gli appartiene ma che gli viene concesso in prestito perché ne faccia buon uso e miglioralo affinché le nuove generazioni possano goderne appieno in futuro, fiere di un’eredità intatta che gli permetta di vivere in armonia.
Tante le domande che ci sfiorano la mente. Una su tutte: noi cosa avremmo fatto di diverso e di migliore al posto di quanti ci hanno governato e deciso per noi?