Il 2021 è iniziato con una novità per quanto riguarda l’esenzione parziale dal pagamento dell’IMU e della TARI per i pensionati che vivono all’estero ma a condizione che percepiscano una pensione in Convenzione internazionale. Coloro che sono titolari solo di una rendita AVS non hanno diritto all’esonero.
Dal 1 gennaio di quest’anno, difatti, è stata approvata l’esenzione al 50% dal pagamento delle imposte immobiliari (IMU) su uno degli immobili posseduti in Italia e di 2/3 sulla tassa per la spazzatura (TARI) purché:
- si percepisca una pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia (essenzialmente una pensione INPS per coloro che hanno versato, in Italia, meno di 20 anni di contributi) e
- che l’immobile non sia ceduto in locazione o in comodato d’uso.
Ecco allora che quella sia pur minima pensione italiana che si percepisce diventa una delle condizioni per risparmiare oggi parte di imposte immobiliari. Naturalmente, è necessario farne domanda e mantenerla attiva e in ordine.
Per farlo basta ogni anno produrre, se richiesto, il certificato di esistenza in vita (fortunatamente, sono sempre meno i pensionati che lo devono rinviare); richiedere, a partire dal mese di marzo, l’attestato fiscale della pensione (cosiddetta “certificazione unica”) utile per la “déclaration d’impôt” svizzera; infine, per coloro che percepiscono una pensione ai superstiti o di invalidità, comunicare all’INPS, a partire dal mese di maggio di ogni anno, i propri redditi esteri relativi all’anno precedente.
Un’altra questione importate che va ben spiegata è quella che riguarda la dichiarazione dei redditi percepiti all’estero da trasmettere ogni anno all’INPS. A cosa serve? Non certo a pagare imposte in Italia che, anche sulla pensione italiana, devono essere pagate nel solo paese di residenza. La dichiarazione è necessaria per calcolare l’importo corretto della pensione italiana che, per i vedovi e gli invalidi, varia non solo in base ai contributi versati ma anche in parte in base ai loro redditi complessivi. Più i redditi complessivi del pensionato sono elevati e più alta è la riduzione che l’INPS applica sulla sua pensione.
Se i redditi non vengono comunicati entro i termini stabiliti, l’INPS applicherà d’ufficio e retroattivamente la riduzione più alta. Questo comporta spesso richieste di rimborso e trattenute sui versamenti della pensione che possono ridurre ulteriormente o azzerare l’importo in pagamento.