mercoledì, Ottobre 29, 2025

Dal 1° giugno 2026 gli iscritti all’AIRE potranno richiedere la CIE nei Comuni di provenienza

Una riforma attesa da anni che semplifica la vita degli italiani nel mondo e alleggerisce il lavoro dei consolati

Dopo anni di discussioni, interrogazioni parlamentari e proposte legislative, finalmente arriva una svolta concreta per i cittadini italiani residenti all’estero.
Dal 1° giugno 2026, gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) potranno richiedere la Carta d’Identità Elettronica (CIE) direttamente presso il proprio comune di iscrizione in Italia.

Si tratta di una misura storica, destinata a semplificare le procedure burocratiche per milioni di italiani nel mondo e a ridurre sensibilmente i tempi di attesa nei consolati, spesso sovraccarichi di pratiche.

Il risultato arriva al termine di una battaglia politica e istituzionale durata oltre due anni. Nei primi giorni di ottobre 2025, la Camera dei Deputati ha approvato due emendamenti al Decreto Legge sui Servizi Consolari, presentati dai parlamentari eletti all’estero del Partito Democratico, Toni Ricciardi, Christian Di Sanzo, Fabio Porta e Nicola Carè e dall’onorevole Federica Onori (Azione).

I due emendamenti, uno a prima firma del deputato Christian Di Sanzo e l’altro del collega Toni Ricciardi, sono stati approvati all’unanimità, grazie a un intenso lavoro di dialogo con il Governo e con il Ministero dell’Interno.
L’obiettivo, perseguito con costanza fin dal marzo 2023, era quello di riconoscere agli iscritti AIRE lo stesso diritto dei cittadini residenti in Italia nell’ottenimento del documento elettronico d’identità.

“Questo provvedimento, ha dichiarato Di Sanzo, è un passo avanti decisivo per modernizzare i servizi consolari e rendere finalmente più equo il trattamento dei nostri connazionali all’estero. I consolati potranno concentrarsi su pratiche più complesse e diminuire i tempi di rilascio di altri documenti essenziali”.

Attualmente, gli iscritti all’AIRE possono richiedere solo la carta d’identità cartacea presso i consolati italiani all’estero.

Le rappresentanze diplomatiche, tuttavia, sono da tempo sotto pressione: il numero crescente di connazionali iscritti, le limitate risorse umane e i sistemi informatici non sempre aggiornati hanno reso i tempi di attesa per ottenere documenti anche superiori a un anno in molti Paesi.

Con l’entrata in vigore del nuovo sistema, dal 1° giugno 2026, i cittadini AIRE potranno:
richiedere la CIE presso il comune di iscrizione AIRE quando si trovano temporaneamente in Italia;
ritirare la carta direttamente presso l’anagrafe comunale o riceverla a un indirizzo italiano da loro indicato, anche tramite una persona delegata al ritiro.

Questa innovazione libera i consolati da migliaia di pratiche ogni anno, permettendo di concentrare il personale su servizi più urgenti, come la registrazione di nascite, matrimoni o successioni.

Il percorso che ha portato a questo risultato è stato sostenuto da numerose interrogazioni parlamentari e incontri istituzionali.

Tra i passaggi più rilevanti, l’intervento del deputato Toni Ricciardi (PD), che in una sua interrogazione aveva sollecitato i Ministri competenti a “procedere rapidamente alle modifiche amministrative necessarie per consentire ai cittadini residenti all’estero di ottenere la CIE durante il loro soggiorno in Italia, nel pieno rispetto dell’articolo 3 del Codice dell’Amministrazione Digitale”.

Nella stessa sede, Ricciardi aveva anche richiamato l’attenzione sulla recente sentenza n. 9216 del 2025 della Corte di Cassazione, che ribadisce il principio di parità di trattamento tra cittadini residenti in Italia e all’estero nell’accesso ai servizi pubblici.

Oltre al valore pratico, la riforma ha anche un forte significato simbolico: l’Italia riconosce finalmente i cittadini all’estero come parte integrante del sistema digitale nazionale. La CIE, infatti, non è soltanto un documento di riconoscimento, ma una chiave d’accesso ai servizi online e una garanzia di sicurezza per l’identità digitale.

La possibilità per gli iscritti all’AIRE di ottenere la Carta d’Identità Elettronica in Italia rappresenta dunque un passo avanti verso una pubblica amministrazione più moderna, efficiente e inclusiva.
È anche un segnale di attenzione e rispetto verso quella parte d’Italia che vive oltre i confini nazionali, ma che continua a rappresentare una risorsa culturale, economica e diplomatica di enorme valore per il Paese.

Con questa riforma, l’Italia compie un atto di riconoscimento e fiducia verso i suoi cittadini nel mondo, rafforzando il legame tra Stato e comunità italiane all’estero in nome di una cittadinanza più equa, digitale e globale.

Prossimi passi: la battaglia contro l’IMU per gli italiani all’estero

I parlamentari del PD eletti all’estero, con in testa l’onorevole Toni Ricciardi, hanno annunciato che continueranno la loro azione a favore dei connazionali nel mondo.
Tra le prossime priorità figura la proposta di esenzione dall’IMU per gli italiani iscritti all’AIRE proprietari di immobili in Italia, una misura attesa da tempo.

“Non è giusto, sottolinea Ricciardi, che i nostri connazionali, che hanno costruito o conservato una casa nel Paese d’origine per trascorrervi poche settimane l’anno, debbano essere gravati da una tassa pensata per le loro abitazioni. Si tratta di un riconoscimento dovuto a chi mantiene vivo il legame con l’Italia e contribuisce, anche economicamente, al cosiddetto turismo di ritorno, fondamentale per l’economia locale”.

Avec l'appui de la Ville de Genève ( Département de la Cohésion Sociale et de la solidarieté)

Elleti all'estero

On. Simone Billi
On. Toni Ricciardi
On. Federica Onori
Sen. Andrea Crisanti

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