Nel cuore del quartiere della Jonction, gli orti del Vélodrome festeggiano oltre dieci anni di esistenza e di vita condivisa. Più che un semplice spazio di coltivazione, sono diventati un progetto che favorisce gli incontri intergenerazionali e interculturali.
Questa storia, che coltiva tanto la terra quanto la cultura, trova oggi un nuovo slancio con la pubblicazione di Récits potagers, un’opera sensibile e poetica realizzata in collaborazione con il Théâtre du Galpon. Illustrato da Tom Tirabosco e accompagnato dai testi di Justine Ruchat, il libro mette in luce i percorsi singolari delle coltivatrici e dei coltivatori del Vélodrome, celebrando al tempo stesso la ricchezza collettiva che vi si sviluppa.
Per marcare questa pubblicazione, sono state organizzate due giornate di animazioni conviviali e gratuite sull’Esplanade du Vélodrome (Cité-Jonction).
In programma mercoledì 27 agosto, a partire dalle 16: l’esposizione dei ritratti disegnati da Tom Tirabosco, uno stand di libri sui giardini a cura della Biblioteca della Jonction, le biciclette a succo, una performance musicale vegetale di Tobias Dorsaz e, alle 17:30, il vernissage del libro alla presenza di Christina Kitsos, Vicepresidente del Consiglio amministrativo della Città di Ginevra, responsabile del Dipartimento della coesione sociale e della solidarietà.
Sabato 30 agosto, dalle 12, i festeggiamenti proseguono con la costruzione di una capanna collettiva, letture, animazioni per bambini, un photomaton, un concorso di ritratti con ortaggi, una visita guidata degli orti, la preparazione di verdure scolpite e infine la proiezione del film Minuscule, la Vallée des fourmis perdues.
«Gli orti del Vélodrome incarnano un modo concreto e vitale di rafforzare la coesione sociale, favorendo l’aiuto reciproco, la condivisione e il senso di appartenenza al quartiere. Grazie all’impegno delle abitanti e degli abitanti, sostenuti dalla Città e dai suoi partner, queste vasche-orto sono diventate un forte simbolo di appropriazione collettiva dello spazio pubblico e di inclusione», sottolinea Christina Kitsos.
Foto: Tom Tirabosco