Giovanna Taviani presenta “Cùntami” a “Les Cinémas du Grütli” di Ginevra

Giovanna Taviani presenta “Cùntami” a “Les Cinémas du Grütli” di Ginevra

Di Giuseppe Denaro

Il 07 marzo 2022 a Ginevra, al cinema Grutli, è stato presentato, con il patrocinio del Consolato Italiano di Ginevra, il film documentario raccontato “CÙNTAMI“, con la sceneggiatura della figlia d’arte Giovanna Taviani (il papa Vittorio era regista e sceneggiatore).

La realizzazione dell’evento è stata possibile grazie al Cinema Grulli, nella persona di Alfio Di Guardo e dell’IUFE dell’Università di Ginevra, nella persona di Federica Rossi.

Non capita spesso, qui a Ginevra, che ci siano film sul grande schermo che parlino della Sicilia, per questo motivo, avevo molta voglia di andarlo a vedere e non sono stato per niente deluso; al contrario, si è rivelato essere una bellissima scoperta.

La narrazione del film, come suggerisce il titolo, è un racconto attraverso diversi personaggi, dove si mettono in risalto i famosi Pupi o marionette, per raccontare anche storie che hanno a vedere con la Sicilia, come la Mafia, la morte, la bellezza e la nostra cultura.

Il viaggio parte da Palermo insieme al grande “cuntaturi” Mimmo Cuticchio, che fabbrica anche i suoi Pupi e che racconta il suo percorso, dall’infanzia al presente, parlando anche della sua Associazione “Figli d’Arte Cuticchio”. Si parte con un furgoncino rosso in stile carrettino siciliano, dove si vedono i vari Pupi prendere il vento: Don Chisciotte, seduto sopra il tettino del furgone a bordo del suo cavallo bianco, Ulisse, Polifemo, Angelica, Orlando, Bradamante e Rodomonte, la Sirena, Colapesce e Sancho Panza seduti sul retro. Sono loro i protagonisti di questo racconto, insieme a vari attori che “cuntano”, anche in maniera a volte drammatica, le vicende delle varie zone dove si sposta questo furgone rosso. Si passa da Trapani, dove la regista propone una sceneggiatura improbabile tra Peppino Impastato e Don Chisciotte, e dove la tonnara prende il posto dei mulini a vento, che ispirarono la leggenda della storia di Don Chisciotte.

Si continua poi dall’entroterra, a Gela, alle porte di quello che resta del Petrolchimico abbandonato, rammentando il lamento di Turiddu Carnevale, un sindacalista che voleva una Sicilia diversa, ma i cui sogni rimasero in buona parte tali.

Il furgone rosso con tutti i Pupi prosegue la sua strada andando nel Catanese, a Paternò, dove si trova la casa del famoso cantastorie Ciccio Busacca, per proseguire ai piedi dell’Etna, dove tramite i Pupi, si raccontano le vicende del terremoto e della lava che inghiottì il villaggio.

Il viaggio attraverso la Sicilia finisce quindi nel centro di Palermo, con Don Chisciotte, il suo cavallo bianco e il suo fedele Sancho Panza.

La regista ha voluto anche raccontare una parte della sua vita, tra il mare e le fantasie, quando era piccola e andava in vacanze in Sicilia, e chiudendo il cerchio alla fine con i vari pupazzi che finiscono in mare, anche per simboleggiare la scomparsa dei genitori, le cui ceneri sono state disperse proprio in quel bellissimo mare.