Roberta Redaelli: un’italiana da conoscere a Ginevra
Da quando ha inaugurato la sua Maison nel 1988, Roberta Redaelli è stata la mente creativa dietro uno straordinario universo di moda che incarna il concetto di “lusso che resiste al passare del tempo”. Con un’anima intraprendente, una sete di innovazione e una passione per la sperimentazione, Redaelli è stata acclamata da molti come una vera e propria “Dott.ssa dell’Arte Couture”, dimostrando di essere in grado di sfidare le tendenze dominanti dell’epoca, tra fashion blogger e designer glamour.
Roberta Redaelli: la stilista di stile che sfida il tempo
Fin da subito, con la visione che, “Il tessuto è la materia prima di cui sono fatte le idee di uno stilista”, Redaelli ha dedicato particolare attenzione ai mercati internazionali e alle influenze di culture remote, intraprendendo un’avventura cosmopolita che l’ha portata a spostarsi dall’Europa all’Asia e a immergersi nelle atmosfere suggestive del Medio Oriente.
La stilista ha investito tutte le sue energie nella creazione di una moda di nicchia, destinata a una clientela estremamente sofisticata ed esigente. Tra le sue clienti figurano personalità di spicco nel mondo imprenditoriale europeo; figure politiche e diplomatiche di livello internazionale, rivolgono a lei la loro fiducia. Questa esperienza ha trasformato il suo brand in un simbolo di eccellenza e ricerca, inserendosi con successo nella tradizione del “Made in Italy”.
Roberta Redaelli, una fonte d’ispirazione dietro la creatività: come nasce lo stimolo
della creazione?
Per me creare è qualcosa di innato e naturale come respirare. Lo faccio fin da quando sono bambina ma nel corso degli anni ho affinato e sviluppato la mia sensibilità artistica fin nei minimi dettagli perché è qualcosa che mi fa sentire viva e felice.
Da anni le mie collezioni hanno una forte componente legata al mondo dell’arte grazie a diverse collaborazioni che ho instaurato con artiste e artisti di calibro internazionale come Domenico Battista, Ester Maria Negretti, André Bucher, Mechthild Ackermann, Massimiliano Miazzo, Maria Misselbrook.
Ogni volta è come un colpo di fulmine. Vedo un’opera e mi si apre un mondo nella mente e già mi figuro l’intera collezione che nascerà. È sempre un processo fluido e dinamico. Dall’opera di partenza penso ai colori, ai tessuti, ai modelli e poi mi concentro sugli accessori che vanno a completare il tutto.
Mi viene tutto spontaneo come se il flusso creativo pervadesse ogni mia cellula e non posso fare altro che seguirlo e vedere dove mi porterà ogni volta.
Quali sono le pietre miliari nella carriera di questa stilista eccezionale?
Direi che nella mia carriera ci sono stati molti momenti davvero importati e di svolta perché ogni nuova esperienza ha cambiato ed arricchito il mio modo di vedere il mondo e le sue connessioni. Penso ai viaggi che ho fatto tra la fine degli anni ’90 e gli anni ’00 in Barhain e in Cina, con le bellissime sfilate presso le ambasciate. O penso all’evento DonnECinema del 2011 a Villa del Grumello dedicato al ruolo della donna nel cinema dagli anni ’50 ad oggi. O ancora all’onore che ho avuto nel 2019 di rappresentare l’Italia all’Assemblea annuale del WIPO a Ginevra. E a fine ottobre – inizio novembre sarò ospite della “2023 Jinju Traditional Crafts Biennale”, in Corea, dove rappresenterò Como Città UNESCO e il distretto tessile comasco con alcuni dei miei capi.
Ma ci sono tanti altri traguardi importanti che hanno segnato il mio percorso e mi sento molto fortunata per questo. Ma è solo l’inizio!
La Sinfonia dei Tessuti: cosa rende un tessuto degno dell’attenzione di Roberta Redaelli?
I tessuti sono un elemento fondamentale del mio lavoro. Sono la materia che plasmo per creare una nuova collezione. Sono molto esigente in questo senso perché ho una formazione tessile tecnica alle spalle che mi consente di sapere che mano ha ciascun tessuto, quali sono i suoi limiti e i suoi pregi, so come possono essere trattati e modellati e quale sarà la loro resa finale sia in fase di stampa che in fase di confezione e questo mi consente di poter giocare e sperimentare in mille modi.
Questa mia “ossessione” per i tessuti mi ha portato a sviluppare con il mio team un processo innovativo di lavorazione della maglia, il DINAMI-TECS – che ci consente di ottenere un tessuto maglia strutturato come un tessuto a navetta e indeformabile nelle forme ma con l’elasticità e la comodità tipiche della maglia. Un tessuto particolare che non ha eguali sul mercato e consente di creare capi senza fodere e cerniere e che non hanno bisogno di essere stirati anche dopo essere stati chiusi per giorni in valigia.
Ho anche sperimentato con filati particolari come rame, argento e bioceramica.
In questa epoca storica di cambiamento: qual è la sfida più importante?
Credo che oggi, in un mondo in costante evoluzione, sia fondamentale saper cogliere tutte le sfumature del cambiamento e saperlo anticipare per distinguersi dai competitors e andare a colmare nicchie di necessità che il mercato non sa ancora di avere.
La sfida vera sta nel sapersi rinnovare costantemente e senza paura ma senza mai snaturarsi e senza perdere la propria identità, che è ciò che ci rende riconoscibili e che crea fiducia nei nostri clienti.
Siamo chiamati a seguire il flusso del cambiamento facendolo nostro. Non basta assecondarlo per rimanere a galla. Bisogna avere sempre il coraggio di andargli contro se serve, solo così si rimane in gioco e si resta sul mercato.
Genève, mon amour: qual è il legame di Roberta Redaelli con questa affascinante Città Internazionale?
Ginevra è la mia seconda casa in senso letterale. Da molti anni mi divido tra Como e questa bellissima città che mi ha rubato il cuore e dove vive mio marito e la sua famiglia. E qui ci sono anche le mie amate clienti che da anni hanno contribuito a rendere sempre più solido il mio brand.
Insomma con la bella Genève ho un legame insieme romantico e di lavoro ed è ormi un pezzo immenso del mio essere.