CGIE, terza giornata di Plenaria: un segnale forte e il sì alle correzioni sulla legge di cittadinanza
Nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio si è svolta la terza giornata della 47ª Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Al centro del dibattito la nuova legge sulla cittadinanza, tra sostegno del Governo e richieste di modifica da parte dei rappresentanti delle comunità italiane nel mondo.
Si è aperta con le note dell’Inno di Mameli la terza giornata dei lavori del CGIE, riunito in Plenaria presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. A dare avvio ai lavori è stato il Sottosegretario agli Esteri con delega agli Italiani nel Mondo, Giorgio Silli, che ha illustrato la posizione del Governo sul recente Decreto Cittadinanza, convertito in legge poche settimane fa.
Nel suo intervento, Silli ha rivendicato la necessità di mettere ordine a una normativa «ormai vulnerabile agli abusi», spiegando come «i furfanti fossero ormai più numerosi di chi aveva diritto». Ha poi snocciolato dati significativi: gli iscritti all’AIRE hanno raggiunto la cifra record di 7.235.000 unità, confermando il costante aumento della mobilità italiana e la dimensione globale della comunità nazionale.
Il Sottosegretario ha quindi assicurato la massima attenzione del Governo verso gli italiani all’estero, ribadendo l’impegno a garantire diritti e servizi adeguati.
A prendere la parola dopo di lui è stata la Segretaria Generale del CGIE, Maria Chiara Prodi, che ha espresso la preoccupazione di molti consiglieri circa l’impatto della nuova legge sulle comunità italiane di vecchia e nuova migrazione. Prodi ha invitato Governo e Parlamento a rivedere i punti più restrittivi del provvedimento, per salvaguardare il legame tra l’Italia e le proprie comunità nel mondo.
«Serve una legge giusta, che distingua i truffatori da chi, per storia familiare e culturale, ha pieno diritto a sentirsi e a essere riconosciuto italiano», ha dichiarato. La Segretaria Generale ha poi fatto un bilancio delle attività del Consiglio nel corso dell’ultimo anno, rimarcando il ruolo strategico del CGIE come ponte tra le istituzioni italiane e i Com.It.Es., veri presidi di comunità nei diversi Paesi.
Un momento di particolare emozione si è avuto quando Prodi ha ricordato Michele Schiavone, storico segretario del CGIE scomparso recentemente, a cui è stato dedicato un premio alla memoria. L’Assemblea ha poi tributato un lungo applauso di ringraziamento a Maria Luisa Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero, che si appresta a lasciare l’incarico per una nuova destinazione diplomatica.
La discussione si è infiammata con gli interventi dei parlamentari eletti all’estero. L’on. Fabio Porta, il sen. Andrea Crisanti e il sen. Francesco Giacobbe hanno evidenziato la necessità di rivedere il testo di legge per garantire un equilibrio tra rigore e inclusione. Più netto l’on. Andrea Di Giuseppe, che ha invece dichiarato il suo pieno sostegno alla linea più restrittiva adottata dal Governo, auspicando addirittura norme ancora più stringenti. Sulla stessa posizione il sen. Roberto Menia, che ha difeso a spada tratta il provvedimento.
Subito dopo, numerosi consiglieri del CGIE hanno preso la parola per ribadire la loro contrarietà alla legge così come approvata, avvertendo che, in assenza di modifiche sostanziali durante il passaggio parlamentare, non escludono di ricorrere alle vie legali, fino alla Corte Costituzionale.
Al termine di una vera e propria maratona di interventi, l’Assemblea ha votato la proposta elaborata dalla III Commissione del CGIE per introdurre modifiche alla legge sulla cittadinanza: 54 i voti favorevoli, 4 gli astenuti e uno contrario. Il documento, approvato d’urgenza dal Consiglio di Presidenza, è stato consegnato direttamente al Sottosegretario Silli per avviare l’iter politico nelle sedi competenti.
Con questo voto, il CGIE avanza una proposta di revisione della Legge 91/1992, già modificata dal Decreto-legge 36/2025 e convertita nella Legge 74/2025, puntando a introdurre correttivi che salvaguardino i diritti di chi, per legami di sangue e di cultura, ha ancora il diritto di sentirsi cittadino italiano, pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza.
Un segnale chiaro, dunque, da parte del Consiglio Generale: la cittadinanza non è solo un atto burocratico, ma un legame di identità e appartenenza che merita rispetto e tutela, oggi più che mai in un’Italia sempre più globale.
1) Eliminare i limiti alla trasmissione della cittadinanza italiana per i residenti all’estero che sono già in possesso della cittadinanza italiana;
2) Eliminare le limitazioni alla trasmissione della cittadinanza italiana da parte dei connazionali in possesso anche di altra cittadinanza;
3) Eliminare qualsiasi termine massimo per la presentazione delle richieste di riacquisto della cittadinanza da parte di coloro che l’hanno perduta in virtù della normativa antecedente all’attuale legge;
4) Riconoscere il diritto alla cittadinanza italiana agli italo-discendenti che dimostrino un legame culturale e linguistico con l’Italia;
5) Riconoscere il diritto alla presentazione della richiesta di riconoscimento della cittadinanza a tutti che al 27 marzo 2025 erano già inserite nelle liste di attesa nelle nostre sedi consolari anche se a loro non sia stata ancora attribuita una data per la presentazione della domanda;
6) Richiedere dati statistici sul riconoscimento della cittadinanza italiana, come per esempio i valori percepiti sul capitolo 7-bis delle tabelle delle tariffe consolari di ogni sede consolare dal 2014 al 2025.
Oggi il CGIE ha dato prova di unità, mettendo da parte le divergenze personali per tutelare i diritti e gli interessi di oltre sette milioni di italiani nel mondo. Ci auspichiamo che termini questo incubo e dare giustizia alla Cittadinanza agli italiani all’estero.